Si è tenuto venerdì 21 marzo l’evento “Comolake Inclusion“, un’intera giornata dedicata al tema della disabilità e alla sua sensibilizzazione.
A riguardo ha voluto dire la sua opinione Ida Sala (persona disabile della città di Como e attivista del movimento Civitas di Bruno Magatti), da decenni testimone per la promozione della vita indipendente delle persone con disabilità, che non ha potuto partecipare all’evento:
«Gli interventi che avrebbero potuto offrire informazioni utili alle persone con disabilità sono stati programmati nella prima mattinata. In questa fascia oraria molti hanno difficoltà: i parenti devono lavorare e solo alcuni hanno l’aiuto di assistenti personali con la patente.
Riguardo i relatori, sono stati previsti rappresentanti delle associazioni nazionali in simbiosi con il governo. Nessun intervento di persone con disabilità, che vivono da decenni l’esperienza di vivere una vita indipendente.
Non hanno invitato chi, per funzione amministrativa, se ne deve occupare. Un fatto grave se si tiene conto che il “Servizio di aiuto alla vita indipendente” (Savi) è stato regolamentato per la prima volta a Como nel 1999.
La legge 162/1998 ne parla come di un diritto. La parola indipendente, però, fa paura a chi della democrazia presenta solo una maschera vuota.
In tutta la giornata non è stato previsto del tempo per gli interventi del pubblico. Anche questa la dice lunga sul modo di intendere l’inclusione e la partecipazione dei cittadini.
La presenza di persone con disabilità è stata assicurata: hanno potuto esternare la loro esperienza diversi campioni sportivi. Tanto di cappello a chi dedica impegno allo sport.
Però, manca l’esperienza e le problematiche di chi nella vita deve affrontare un quotidiano eroico. Queste sono testimonianze che non fanno splendere i nostri politici: meglio una roboante propaganda e una splendida passerella in riva al lago».
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